Belgrado, Museo Tesla: dall’urna con le sue ceneri al generatore di energia gratuita
Nikola Tesla fu uno dei più grandi scienziati del XIX secolo. Ma non venne capito. La sua eredità è oggi conservata a Belgrado, nel Museo a lui dedicato.
Marconi, Edison, Ferraris. E Tesla? Dovrebbe essere citato per primo. Per essere stato un pioniere nell’ambito dell’elettromagnetismo e per le sue scoperte tecnico-scientifiche che rivoluzionarono le teorie fino a quel momento ritenute valide. Sono 280 i brevetti a lui assegnati, ma le paternità di due sue celebri invenzioni andarono altrove: a Marconi, per la radio, e a Ferraris, per il campo elettromagnetico. Altrove come il (mancato) Premio Nobel che avrebbe dovuto ricevere nel 1915. A quei tempi incompreso, non creduto, privato dei meritati guadagni e addirittura ritenuto pazzo, Tesla è, oggigiorno, ricordato, celebrato e riconosciuto a livello internazionale più di quanto lo fosse stato quando era in vita. Morì a New York, solo, alla veneranda età di 86 anni.
Croato, serbo o serbo-croato?
Nikola Tesla nacque a Smiljan, nel 1856, da genitori serbi. La cittadina croata che gli diede i natali, e che oggi conta poco più di 400 abitanti, si trovava allora sotto il dominio dell’Impero austroungarico. Tutte circostanze che contribuirono, a partire dalla creazione della Jugoslavia, ad alimentare uno dei dibattiti più feroci della storia balcanica. Tesla era croato o serbo? La domanda non ha ancora avuto una risposta definitiva.
Nel mentre, in una palazzina poco distante dal centro di Belgrado, nel 1952, venne creato il Museo Nikola Tesla. La scelta venne presa dall’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia che decise di collocarvi all’interno tutta l’eredità del fisico fino a quel momento conservata negli Stati Uniti, dove lui si era trasferito ottenendo, a 35 anni, la naturalizzazione. Tuttavia, alcuni brevetti di Tesla sono rimasti là, tenuti segreti negli archivi dell’FBI o della CIA. Morale: per i serbi, Tesla è serbo. Per i nostalgici di Tito, è jugoslavo. E per i croati è, indubbiamente, figlio della loro terra. Ciò nonostante, ora riposa a Belgrado.
Un Museo troppo piccolo per un genio tanto grande
No, non è un museo che gli rende giustizia. Sicuramente denso di oggetti e di curiosità, il Museo Nikola Tesla è purtroppo una goccia nell’oceano di ciò che il celebre scienziato si sarebbe meritato. I visitatori possono interagire con alcune sue invenzioni, godere delle immagini esposte e informarsi attraverso i pannelli appesi. Ma non basta. Si esce con l’amaro in bocca.
Le sei sale del Museo raccontano di Nikola Tesla come uomo e creatore; mostrano oggetti personali e corrispondenze; illustrano le sue attività e applicazioni; esibiscono i suoi premi. Ma sono soprattutto due gli ambienti che più attirano l’attenzione: quello dell’urna contenente le sue ceneri, contenitore sferico e dorato che trionfa nella penombra; e quello dove è possibile ammirare il funzionamento del suo celebre trasformatore, l’invenzione da tutti ritenuta la più folle e geniale.
Energia gratis per tutti
Il trasformatore realizzato da Tesla, più comunemente noto come Bobina di Tesla, è una macchina in grado di generare energia catturandola dall’aria e inviandola a grande distanza a costo zero e senza produrre inquinamento. Provare per credere: nel Museo, infatti, è possibile accendere tubi fluorescenti semplicemente avvicinandoli alle bobine stesse. Gli esperti sostengono che, attraverso questo metodo, si arriverebbe addirittura a realizzare centrali energetiche che, con una sola batteria, potrebbero illuminare intere città come Milano o Mosca nel giro di un secondo. Nikola Tesla, nel suo laboratorio di Colorado Springs, Stati Uniti, riuscì ad accendere, senza l’utilizzo di alcun filo elettrico, ben 200 lampadine collocate a 40 chilometri di distanza. Nella sua autobiografia, la descrive come un’energia senza limiti che può essere facilmente incanalata. Il sogno di ognuno di noi: un’energia gratis, pulita e per tutti. Sarà mai possibile, in un futuro prossimo?
Google Maps
Museo Nikola Tesla:
https://goo.gl/maps/FaeDRqJfDs32
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