Białystok: qualcuno parla Esperanto?
Polonia, seconda metà dell’800. Chi era Ludwik Lejzer Zamenhof? E dove si trovavano il Moresnet e l’Isola delle Rose? E l’Esperanto che cos’è?
Białystok è giovane, frizzante e malinconica. E’ una città dove, fino agli inizi del XX secolo, prosperavano arti e saperi, mercati che profumavano di Oriente e carrozze sempre colme di viaggiatori. Peccato che tutti quei palazzi ottocenteschi, i lampioni in ferro battuto e le insegne riccamente decorate dei negozi siano stati brutalmente spazzati via dalla Seconda Guerra Mondiale e totalmente azzerati da una fredda e geometrica ricostruzione stalinista. Il risultato? Funzionalità a scapito dell’estetica. Per intenderci, nulla da spartire con la raffinatezza dello stile liberty e neoclassico di un tempo. Degli antichi edifici, ne restano alcuni nel centro cittadino. Nulla più.
A Białystok nacque Ludwick Lejzer Zamenhof, medico, linguista e glottoteta polacco di origini ebraiche con un unico sogno: inventare una lingua che permettesse di far dialogare popoli diversi, abbattendo i confini socio-linguistici e portando ovunque la pace. Una lingua semplice ma espressiva che appartesse all’Umanità e non a un solo popolo. Ci riuscì. E creò, l’Esperanto!
L’Esperanto è una lingua dalle regole grammaticali facili da imparare: non prevede eccezioni, tutte le forme verbali sono regolari e i vocaboli derivano dalle lingue latine, romanze, germaniche e slave. Gli autodidatti possono impararlo facilmente anche in età adulta. Ed è stato provato che i ragazzi che lo studiano a scuola hanno minore difficoltà ad imparare le altre lingue straniere.
Qualcuno lo hai mai parlato?
Sì. Nel lontano 1905, a Boulogne-sur-Mer, un gruppo di esperantisti provenienti da 20 Paesi si è riunito per trattare di alcuni problemi e ha comunicato esclusivamente in Esperanto, dimostrando la sua efficacia. L’Esperanto è una lingua del mondo intero, libera da ogni strumentalizzazione, ideologia politica e religiosa. Fu Hitler a bandirlo, perchè lo considerava idioma degli ebrei e della Russia di Stalin. Ad oggi, si stima che gli esperantofoni siano presenti in almeno 120 Paesi nel mondo; che 1,6 milioni di persone parlino fluentemente l’Esperanto; che tra le 200 e le 2000 persone lo usino come madrelingua.
Il Centro Zamenhof di Białystok, oltre ad approfondire la storia e gli sviluppi dell’Esperanto, ha ricostruito il profilo del centro storico cittadino com’era prima del conflitto, recuperando legni di imposte, lanterne, ingressi di botteghe, valigie, mobili, frammenti di lastricato, cartoline, fotografie e atti notarili.
Un viaggio a Moresnet? Perchè no!
Peccato non ci sia più. Il micro-Stato europeo di Moresnet è esistito dal 1816 al 1919, giusto il tempo necessario al Regno Unito dei Paesi Bassi e alla Prussia di trovare un accordo su chi dovesse governarlo. Il motivo della contesa era una prosperosa miniera di zinco. E quando, nel 1885, la minierà si esaurì, si pensò di fare di Moresnet il primo Stato con l’Esperanto come lingua ufficiale. Il suo nome avrebbe dovuto essere Amikejo, “Luogo d’amicizia”, e il suo inno nazionale una marcia col testo in Esperanto. Durante la Prima Guerra Mondiale, però, la Germania invase il Belgio e il Moresnet. Il trattato di Versailles del 1919 lo assegnò nuovamente al Belgio ma i tedeschi se ne riappropriarono durante la Seconda Guerra Mondiale. Infine, tornò a essere parte del Belgio nel 1944. E lo è tuttora.
E l’Isola delle Rose?
Nemmeno. Abissata.La Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose era una piattaforma artificiale di 400 m² dislocata nel mare Adriatico, al largo delle coste romagnole e a 500 m di distanza dalle acque territoriali italiane. Era un autoproclamato Stato indipendente che si diede l’Esperanto come lingua ufficiale, un Governo, una moneta e un’emissione postale propri. Ma non venne mai formalmente riconosciuto da alcun Paese del mondo. Occupata dalle forze di Polizia nel 1968, l’Isola delle Rose venne demolita nel 1969 e scomparve definitivamente alla vista a causa di una burrasca che la fece inabissare per sempre negli fondali adriatici. Se siete amanti delle immersioni, forse la potrete ancora trovare.
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Białystok
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