I calzini di lana di Viscri: come difendersi dal freddo della Transilvania
Gli inverni della Transilvania non danno tregua. Lunghi, gelidi, taglienti. Ma qui a Viscri c’è qualcuno che ha provato a combatterli.
Viscri è un piccolo villaggio situato nel cuore pulsante della Transilvania, proprio in mezzo a quella distesa di colline verdi circondata dai Carpazi, montagne spigolose come il nome stesso che portano. Si tratta di una zona che, in passato, venne colonizzata dai sassoni e che, ancora oggi, rivela tracce evidenti e ben conservate di quella lunga dominazione. È stata proprio la sua posizione isolata a permettere che si mantenessero in vita questi elementi arcaici, alcuni dei quali risalenti addirittura al XIII secolo.
Come la chiesa luterana fortificata inserita nel patrimonio mondiale dell’UNESCO e contenente, al suo interno, un museo della storia locale che ripercorre, attraverso i suoi tanti oggetti esposti, la tradizione contadina del paese.
Per raggiungere Viscri, si deve percorrere una strada sterrata e polverosa che taglia la campagna circostante come una linea di gesso tracciata su una lavagna colorata. Il borgo altro non è se non un mucchietto di casupole tinta pastello che si annidano ai piedi e attorno alla sommità della collina, a sua volta sormontata dalla bianca chiesa-fortezza.
L’unico suono che irrompe nel silenzio di una quotidianità che scorre lenta e modulata è quello delle ruote che stropicciano il terriccio facendo voltare i pochi abitanti seduti fuori dalle case. Di nuove abitazioni non ce ne sono. Quelle esistenti risalgono al 1700. Viscri è sempre stato uno dei villaggi più poveri della zona, ma recentemente qualcosa sembra aver scosso il pallido torpore in cui era avvolta.
Il progetto “calzini di lana naturale di Viscri”
L’idea nacque da una coppia di tedeschi qui residenti. I calzini prodotti a Viscri sono lavorati all’uncinetto dalle donne del villaggio utilizzando vecchie maglie di lana. All’inizio, venivano regalati in cambio di generi di prima necessità. Ma dal momento in cui il loro numero aumentò, l’idea iniziale si trasformò in un vero e proprio progetto. Oggi, vi partecipano più di un centinaio di donne e, in totale, vengono lavorati circa 10 mila paia di capi, tra calzini, berretti, guanti, maglie e pantofole. Non è necessario andarli a cercare. Saranno loro a trovarvi attraverso le tante bancarelle dislocate lungo la strada principale. Anzi, più che bancarelle, sono panche e tavoli. O pali di legno, sui quali tutti questi oggetti vengono conficcati. Oggetti i cui colori brillano nel buio e farebbero invidia persino al cromatismo dell’arcobaleno.
E dopo gli acquisti?
Viscri offre una preziosa opportunità. Qui, è possibile assaporare quell’autentico modo di vivere patriarcale rimasto immutato da tempi immemori nonché seguire, da vicino, le attività svolte da mattonai, carbonai e pastori, stando al loro fianco durante il lavoro quotidiano. Una condivisione che si consuma anche nei pasti, seduti attorno allo stesso tavolo degustando le tante pietanze tradizionali del luogo, come il pane fatto in casa, le zuppe di verdure con il tipico brodo di gallina, gli involtini di carne e verza o i dolci stagionali al rabarbaro e ai lamponi. Non è necessario parlare la stessa lingua: se c’è piacere nello stare insieme, i gesti saranno più che sufficienti. Le espressioni del viso e i silenzi di quiete faranno il resto.
Google Maps
Chiesa-fortezza di Viscri:
https://goo.gl/maps/3AQ6Jhf5vap